ALTA VIA 1 DELLE DOLOMITI
Giorno 4 - Non abbiamo mai camminato così tanto
ITINERARIO
Giorno 4 – Forcella
Averau – Passo Staulanza
Dislivello: mt 530 in salita; mt
1150 in discesa
Lunghezza del percorso: km 18
Tempo di percorrenza: 10 minuti per il
Rifugio Averau; 1 ora per il Passo Giau; 1 ora e 30 minuti per la Forcella
Giau; 1 ora e 40 minuti per la Forcella Ambrizzola; 30 minuti per Malga
Prendera; 1 ora per Rifugio Città di Fiume; 1 ora e 30 minuti per il Passo
Staulanza;
Sentiero: 464 – 452 – 436 –
458 – 467 - 472
Rifugi sul percorso: 4
Reperibilità acqua: corso d’acqua prima
di arrivare alla Forcella Ambrizzola; nei vari rifugi
RIFUGIO AVERAU
Questa invece è stata la giornata in cui abbiamo camminato veramente tanto
e per tante ore, dal Rifugio Averau abbiamo raggiunto verso le 20 il
Passo Staulanza.
Ripartiamo ben vestiti perché, a parte il freschetto della mattina, tirava
anche un po’ di aria, e raggiungiamo in brevissimo tempo, seguendo il sentiero
441, il Rifugio Averau (mt 2413), dove non ci facciamo mancare già una sosta
per fare una seconda colazione.
PASSO GIAU
Da lì, iniziamo la discesa verso il Passo Giau; prendiamo inizialmente il
sentiero 464, il quale ci porta a passare sotto la seggiovia, fino ad arrivare
ad un bivio dal quale abbandoniamo il sentiero 464 che porta al Rifugio Fedare e
prendiamo invece il sentiero 452.
Ad certo punto ci si trova ad affrontare una bella e tosta salita, ma non
sarà lunga, per poi continuare su sentierino a mezzacosta, nell’ultimo tratto
un po’ più impegnativo dove bisogna camminare tra vari massi, fino a scorgere
la famosa scalinata che porta giù al Passo Giau (mt 2236).
Quando si arriva in questo passo si viene sempre accolti dal rumore dei
campanacci delle mucche al pascolo come volessero dirci: “prego da questa
parte”, e dal rumore di macchine e moto che vanno e vengono; anche se per poco
si torna alla civiltà.
Anche qui piccola pausa caffè e immancabile timbro sul passaporto.
FORCELLA GIAU
Adesso ci aspetta una lunga
attraversata, dove non troveremo rifugi per il pranzo e durante la quale
infatti avevamo previsto di prepararci da mangiare in autonomia.
Dal Passo Giau imbocchiamo oltre la strada il sentiero 436 verso la
Forcella Giau e il Mondeval, procedendo tra distese di verdi prati, in falsopiano
o leggerissima salita fino ad arriva alla Forcella Zonia (mt 2225), per poi
continuare risalendo un vallone ai piedi del Col Piombin arrivando così
all’omonima forcella (mt 2234).
Da qui si continua su uno stretto sentierino tra vari saliscendi, entrando
nella selvaggia Val Cernera, il quale porta a passare un punto panoramico
veramente spettacolare verso la Tofana di Rozes, per poi cominciare a salire
verso la Forcella Giau (mt 2357). L’ultimo tratto che porta alla forcella è
bello tosto, ma quando si arriva lassù, la fatica resta solo un ricordo e c’è
spazio solo per ammirare tutto il panorama a 360 gradi. WOW!!!
FORCELLA AMBRIZZOLA
Procediamo sempre sul sentiero 436 seguendo le indicazioni per il Mondeval
e la Forcella Ambrizzola.
Da lontano si può già scorgere anche il Lago delle Baste dove nelle sue
acque si specchia il Pelmo, ma per questioni di tempo ci accontentiamo di
vederlo dall’alto.
Non passerà molto che, trovato un posto un po’ riparato dal vento, ci
fermiamo per prepararci da mangiare.
In un angolo di quel paradiso, con bombola del gas, pentola, acqua e quel
mangiare in busta, senza tante comodità e agi, non ci serviva altro; il solo
sapere cosa stavamo facendo e dove eravamo, ci bastava per essere felici.
Rimettiamo tutto apposto e si ricomincia.
Passando sotto le verticali pareti dei Lastoi, continuiamo inizialmente in
discesa, sempre su un sentierino in mezzo a tutta quella distesa di verde, dove
ad un certo punto sentiamo lo scorrere dell’acqua. Non ci sembrava vero, appena
siamo riusciti ad accostarci a quel corso d’acqua ne abbiamo approfittato per
fare rifornimento e per lavare i piatti.
Poco più sotto lo oltrepassiamo portandoci nell’altra sponda e ricominciamo
a salire arrivando dopo un bel po’ in Forcella Ambrizzola (mt 2274).
Da qui si può ammirare da una parte tutta la conca di Cortina, con il
Rifugio Croda da Lago e il Lago Federa, mentre dall’altra la distesa infinita
del Mondeval. Che spettacolo!
RIFUGIO CITTA’ DI
FIUME
Restiamo ancora sul sentiero 436 direzione questa volta il Rifugio Città di
Fiume. Non avevamo mai percorso questo tratto, non essendoci mai spinti da
quelle parti, quindi anche per noi era tutta una novità.
Mentre avanziamo, restando quasi in quota, su quel sentierino a mezzacosta,
non possiamo fare a meno di guardare quello spettacolo che avevamo
intorno.
Dopo poco passiamo la Forcella Col Duro (mt 2295), dalla quale si scende
prima tra massi, poi per verdi pascoli, fino ad arrivare alla Malga Prendera
(mt 2148), dove troviamo un bivio, dal quale abbandoniamo il sentiero 436 per
continuare sul sentiero 458, una larga e comoda strada forestale che prosegue
in leggera discesa verso la Forcella de Col Roan (mt 2075) e subito dopo verso
la Forcella Roan (mt 1999), con il Pelmo che si staglia davanti a noi come a
farci compagnia.
Qui troviamo un altro bivio dal quale si deve abbandonare il sentiero 458
per continuare sul sentiero 467, seguendo le indicazioni per il Rifugio Città
di Fiume.
Un primo tratto in salita che porta fino alla Forcella de la Puina (mt
2134), per poi continuare in leggera discesa fino ai verdi pascoli dove sorge
il Rifugio Città di Fiume (mt 1918).
Ci fermiamo per bere qualcosa di veloce e poi, vista l’ora tarda,
ripartiamo subito per trovare un posto per le tende.
PASSO STAULANZA E TERZA NOTTE IN TENDA
Il problema è che di posto lì vicino, non ce n’era, è impossibile per la
presenza delle mucche al pascolo, così proseguiamo oltre imboccando il sentiero
472, dirigendoci verso il Passo Staulanza.
Tra tratti in mezzo a pini mughi e due ghiaioni da attraversare, lambendo
le ghiaie del grande catino della Val d’Arcia, dove ovviamente era impossibile
mettersi con le tende, alla fine percorriamo tutto il sentiero arrivando verso
le 20 al passo (mt 1766).
Lì per fortuna troviamo un piccolo posto non proprio in strada, ma riparato,
dove montiamo subito le tende prima che venisse buio, per poi dirigersi al
Rifugio Passo Staulanza, per riuscire a mangiare qualcosa.
Quando usciamo era buio, torcia in fronte raggiungiamo le tende e ci
buttiamo letteralmente così come eravamo a letto, eravamo talmente stravolti
che nessuno aveva voglia nemmeno di cambiarsi.
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