Alta Via Bepi Zac dal Passo San Pellegrino un itinerario di grande interesse non solo paesaggistico ma soprattutto storico | Dolomitiebambini - Dolomiti & Bambini

Dolomiti & Bambini
passione per la montagna
Vai ai contenuti
ALTA VIA BEPI ZAC
10 Settembre 2023
Ci sono escursioni belle, altre bellissime ed altre che ti restano proprio nel cuore; quella che vi sto per descrivere è proprio una di quelle.
Sto parlando dell’Alta Via Bepi Zac, un itinerario molto bello, dal grande interesse storico per i resti delle trincee e postazioni belliche della Prima Guerra Mondiale, che si sviluppa sulla cresta rocciosa dal Passo Selle fino a Forcella Leghet, sul Gruppo Monzoni in provincia di Trento.
Questa è stata l’ultima uscita, con cui abbiamo chiuso il lungo periodo estivo; noi l’abbiamo percorsa però solo fino a Forcella Ciadin, dove finisce la prima metà dell’Alta Via Bepi Zac in quanto da lì in poi le difficoltà aumentano.
Punto di partenza il Passo San Pellegrino (mt 1918), valico che collega Moena in Val di Fassa con Falcade nella Valle dei Biois, dove si può lasciare la macchina nei vari parcheggi a disposizione proprio difronte all’impianto di risalita “Seggiovia Costabella”, che abbiamo preso per portarci già in quota e toglierci un po’ di metri di dislivello.
In alternativa, la salita può essere fatta anche tutta a piedi, imboccando il sentiero 604, una comoda forestale che passa per Baita Paradiso, che noi faremo in discesa per tornare al passo senza prendere nuovamente gli impianti.
Una volta arrivati alla stazione a monte della seggiovia, si possono seguire fin da subito le chiare indicazioni verso il Passo Selle, punto di partenza di questa Alta Via, dove sorge anche l’omonimo rifugio, prendendo il sentiero 604 ed iniziando a salire.
Un classico sentierino, che risale il pendio della montagna con strappi veramente tosti e l’ultima salita veramente erta, porta al Rifugio Passo delle Selle (mt 2528), che oltretutto si può già ammirare dall’alto del suo crinale durante tutta l’escursione, sito tra le valli del Monzoni e del San Pellegrino.
Qui si può fare una piccola pausa prima di iniziare la lunga attraversata, sedendosi fuori su una bellissima terrazza panoramica dalla quale si ha una vista veramente superlativa sui gruppi montuosi vicini come le Pale di San Martino, il Catinaccio, il Civetta, le Creste di Costabella, ecc…
Dal Passo Selle adesso bisogna seguire le indicazioni per Via Ferrata Bepi Zac”, via intitolata nel 1981 al noto alpinista fassano Bepi Pellegrin (detto Zac).
Imboccato il sentiero 637 si passa affianco a evidenti resti delle attività belliche e di monumenti di guerra, per poi iniziare a salire molto ripidamente, lasciandosi alle spalle il rifugio, fino a trovare le prime funi metalliche site in un tratto un po’ scivoloso ma non difficile.
Da qui in poi si camminerà sempre in cresta; incontrando una serie di tratti prima in discesa e poi in salita durante i quali si potranno vedere baraccamenti della Grande Guerra.
Tutta questa catena montuosa fu infatti teatro di durissimi combattimenti tra italiani ed austriaci durante la prima guerra mondiale ed a testimonianza di questo, si possono trovare resti di opere belliche come trincee, baracche, postazioni di ricovero di persone e munizioni.
Proseguendo in salita si passeranno in successione il Piccolo Lastel (mt 2697) ed il Grande Lastel (mt 2716) dai quali si potrà ammirare una vista stupenda sul Gruppo del Sella, il Catinaccio e perfino sulla Marmolada.
Dal Grande Lastel iniziano una serie di tratti in discesa e poi in salita, passando all’interno delle gallerie, attraversando passerelle, scale in legno, vari tratti attrezzati alcuni più delicati come un traverso esposto, un tratto esposto sul filo di cresta e un piccolo balzo verticale, e dopo aver risalito un canalino ripido e detritico si raggiunge finalmente la vetta di Cima Campagnaccia (mt 2737).
Dalla cima si comincia a scendere su un’ampia sella detritica fino a trovare, volendo, la prima via di fuga per tornare agli impianti di risalita.
L’itinerario adesso prosegue in risalita sul versante opposto, seguendo sempre il sentiero 637, verso Cima Costabella che si raggiunge dopo un tratto di salita su sentiero.
Conquistata anche Cima Costabella (mt 2762), si prosegue in leggera discesa, sempre su stretto sentierino, fino ad arrivare ad uno sperone roccioso, che si risale tramite un tratto attrezzato reso più semplice dalla presenza di staffe metalliche.
Scesi poi alcuni metri sempre aiutati da fune metallica si entra e si percorrere una prima galleria, al termine della quale, un’altra rampa attrezzata piuttosto ripida, porta in una seconda galleria, oltre la quale si perde quota fino ad arrivare su un altopiano detritico dove c’è la seconda possibilità di interrompere la via scendendo in Val San Nicolò.
Una volta usciti anche dalla seconda galleria, si continua fino ad arrivare a Cresta di Costabella dove si trova un bivio dal quale si procede dritto seguendo le indicazioni per la Forcella del Ciadin.
Proseguendo adesso senza troppa fatica su tratto in falsopiano si arriva nel punto in cui è presente una rassegna fotografica riguardante gli orribili risultati degli aspri combattimenti svoltisi su queste montagne.
Prendendo quindi il sentiero che sale verso destra si entra in una stanza ricavata nella roccia che fungeva da vedetta alle linee italiane.

La salita che porta al Sasso di Costabella è attrezzata e conduce per l’appunto all’interno di questo monolite roccioso, usciti dal quale bisogna tenere la sinistra seguendo le indicazioni sulla roccia per il Passo San Pellegrino.
Dopo aver percorso un tratto in discesa ed essere passati all’interno di una stretta fessura rocciosa, si percorre una serie di scale in legno, ancora in discesa, fino ad arrivare alla fine della prima metà di questa Alta Via; infatti da qui, un breve tratto in continua discesa porta alla Forcella Ciadin (mt 2664).
Termina qui questo itinerario.
Tenendo tutto a destra e seguendo le chiare indicazioni per il Passo San Pellegrino si incontra un altro breve tratto attrezzato e poi giù in ripida discesa su ghiaione, percorrendo un sentierino a zigzag, dove è difficile anche restare in pedi, fino ad arrivare in località Palon del Bianco (mt 2300).
Da qui seguendo sempre il sentiero 637, si procede ancora in discesa, molto meno marcata, su sentierino in mezzo a verdi pendii, fino ad arrivare alla Baita Paradiso (mt 2200) dove ci si può finalmente concedere una meritata sosta.
Percorrendo adesso, l’ultimo tratto e questa volta su comoda e larga forestale, sempre in continua discesa si torna al parcheggio e alla macchina, chiudendo così un bellissimo giro ad anello.
L’Alta Via Bepi Zac è un itinerario di grande interesse non solo paesaggistico ma soprattutto storico; la ferrata di per se non è difficile e sempre agevolata da staffe metalliche nei punti più esposti, tutto il giro richiede comunque un buon allenamento e una predisposizione a questo tipo di percorsi (soprattutto se si vuole portare i bambini) in quanto abbastanza lunga e con un dislivello importante visto tutti i vari saliscendi.
Dislivello: mt 862 in salita; mt 1237 in discesa;
Lunghezza del percorso: km 9,7 tutto il giro;
Tempo di percorrenza: 45 minuti per il Rifugio Passo delle Selle; 1 ora e 50 minuti per Cima Campagnaccia; 45 minuti per Cima di Costabela; 1 ora e 15 minuti per Forcella del Ciadin; 1 ora e 30 minuti per Baita Paradiso; 30 minuti per tornare al Passo San Pellegrino;
Cartografia: Tabacco 1:25.000, Foglio 06, Val di Fassa e Dolomiti Fassane
______________________ SEGUICI SUI SOCIAL ____________________________
LASCIA UN COMMENTO
Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *
Non sono presenti ancora recensioni.
0
0
0
0
0

Questo sito usa il controllo anti-spam Captcha.
ARTICOLI CORRELATI
Alta Via della Mariotta
con i bambini dal Passo San Pellegrino una splendida atttraversata in cresta super panoramica
Rifugio Fuciade
con i bambini una semplicissima passeggiata in Val di Fassa
Dolomiti & Bambini
Copyright © 2019 - 2024 - All rights reserved
Torna ai contenuti