ALTA VIA DI FORNI
Giorno 2 - Ritardi e qualche difficoltà
Ci svegliamo al Rifugio
Casera Tartoi (mt 1707), la voglia di lasciare quel posto è veramente poca,
infatti ce la prendiamo talmente comoda che partiamo con un grosso ritardo.
Prendendo il sentiero che sale dietro al rifugio, poco dopo si
è già ad un bivio dal quale bisogna tenere la sinistra seguendo il sentiero 243
verso la Forcella Tartoi.
La salita, come tutte in quella zona è molto
tosta, il sentiero in alcuni tratti non è che un’esile traccia nell’erba ma è
sempre ben segnalato.
Si arriva così in Forcella Tartoi (mt 2009)
dalla quale si apre un panorama veramente fantastico, da una parte le Dolomiti
friulane dall’altra si riesce a vedere il Pelmo, le Tofane e perfino le Tre
Cime di Lavaredo.
Da qui si prosegue verso la Casera Lavazeit;
seguendo sempre il sentiero 243, in continua e decisa discesa perdendo quota
molto velocemente e percorrendo solo un ultimo tratto in falsopiano, si arriva
alla Casera (mt 1813), sita in un posto
meraviglioso con tanto di piccola terrazza panoramica dove mangiare.
Il tempo di una brevissima pausa e continuiamo verso il Passo Mauria; la strada è ancora lunga.
Imboccando il sentiero 207 si continua a scendere sempre restando in mezzo al bosco; in alcuni tratti bisogna prestare maggiormente attenzione in quanto è molto scivoloso dovuto alla presenza di fango ed acqua e la discesa è molto ripida.
Solo verso quota mt 1500 finalmente anche le ginocchia possono fare una tregua da quella infinita discesa; si passa un ponticello di legno per poi proseguire prima leggermente in salita per poi continuare spediti in falsopiano.
Si passa un’altro bivio dal quale bisogna tralasciare le indicazioni per Casera Doana e restare sempre sul sentiero 207 verso il Passo Mauria.
Ad un certo punto, a meno, nel frattempo, non
sia stato sistemato, ci si trova davanti ad un tratto non particolarmente
bello: il sentiero non c’è più e come alternativa un passaggio con un tratto di
corda nemmeno tesa nel tratto iniziale, il che può portare a sbilanciarsi
durante il passaggio.
Il fondo dove camminare risulta nel primo tratto
molto scivoloso per poi continuare su roccia dove ci sta a malapena un piede.
Non agevolati dagli zaini che avevamo e con
grosse difficoltà, in qualche modo siamo riusciti a passare. Di questo tratto
dove il sentiero è franato purtroppo non ci sono indicazioni da nessuna parte.
Passato l’ostico
tratto, si continua fino a quando il sentiero diventa una comoda strada
forestale, arrivando così ad un altro bivio dal quale si segue il sentiero 336
sempre verso il Passo Mauria.
Tra il ritardo nella partenza alla mattina e il
tempo perso nel passare il tratto franato, ormai si era fatto molto tardi;
erano quasi le due del pomeriggio, quando al primo spiazzo trovato ci siamo fermati per
prepararci qualcosa da mangiare e per fare una meritata pausa.
Riprendiamo il cammino ben sapendo che ormai la
nostra meta finale per questa giornata, che doveva essere il Rifugio Giaf non
saremo mai riusciti a raggiungerla.
Oltretutto mentre continuiamo a percorrere la
forestale veniamo fermati anche da un signore, proprietario di un tabià, che
gentilmente ci invita a prendere un caffè e prepara un the per i bambini.
Veramente una persona super gentilissima.
Nemmeno da dire che il nostro ritardo ormai si
era fatto veramente grande!
Messi di nuovo in
spalla i nostri pesanti zaini, ripartiamo verso il Passo Mauria; il sentiero è
sempre una larga e comoda forestale in leggera discesa fino ad arrivare ad
incrociare la Strada Statale 52, che sale da Lorenzago di Cadore.
Si svolta a sinistra e
restando sulla statale, si ricomincia a salire l’ultimo tornante fino ad
arrivare in cima al Passo Mauria (mt 1298), valico alpino delle Alpi Carniche
che mette in comunicazione il Veneto (Lorenzago di Cadore) con il Friuli
Venezia Giulia (Forni di Sopra).
Ormai era troppo tardi
per proseguire, ci sarebbero volute più di due ore per arrivare al prossimo
rifugio, quindi decidiamo di rimanere lì.
Superiamo l’hotel che
si trova sul passo per poi tenere, subito dopo, la sinistra, dove si trovano le
prime indicazioni per il Rifugio Giaf, nonché l’imbocco del sentiero.
Proprio lì, vista la
presenza di un bello spiazzo verde, lontano dalla strada di passaggio, ci
fermiamo e montiamo le tende.
Anche questa giornata
era giunta al termine.
Dislivello: mt 353 in salita, mt
763 in discesa
Lunghezza del percorso: Km 9,3
Tempo di percorrenza: 3 ore e 30 minuti di
solo cammino senza soste ed intoppi vari
Dal Rifugio Casera
Tartoi alla Casera Lavazeit 1 ora e 30 minuti; dalla Casera Lavazeit al Passo
Mauria 2 ore (senza soste ed intoppi vari)
Cartografia: Tabacco 1:25.000,
Foglio 02, Forni di Sopra – Ampezzo, Sauris – Alta Val Tagliamento
Sentiero: 243 – 207 – 336 –
SS52
Rifugi sul percorso: 1 (Casera Lavazeit
gestita da volontari solo nei mesi estivi)
Reperibilità acqua: dopo Casera
Lavazeit, finita la lunga discesa, all’altezza del ponte di legno da attraversare
c’è un corso d’acqua
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