MARMAROLE RUNDE
Giorno 3 - UNA DISCESA INFINITA
È l’alba di un nuovo giorno, e questa volta riusciamo a gustarcela perché, molto prima delle altre mattine, siamo già fuori dalle tende.
Giusto il tempo di un caffè e alle 8, salutiamo il Rifugio Galassi per proseguire il nostro giro; questo è il giorno in cui si torna a casa.
Imbocchiamo il sentiero 227 e procedendo già da subito in salita, con pochi tornanti, arriviamo a Forcella Piccola (mt 2120), dalla quale si apre un panorama straordinario, verso il Pelmo e la località di San Vito di Cadore.
Oltrepassata la forcella continuiamo in decida discesa attraversando il ghiaione alla base delle imponenti pareti della Cima Scotter e di Cima Bel Prà, fino a raggiungere un bivio a quota mt 1870, dal quale andando verso sinistra si scenderebbe prima al Rifugio Scotter Palatini e poi verso l’abitato di San Vito di Cadore; noi invece proseguiamo dritto, in traversata su sentierino a mezzacosta con leggeri sali e scendi.
Al termine del traverso sul ghiaione, un breve tratto di sentierino in salita consente di raggiungere un bel bosco di larici. Un piccolo tratto in discesa ed ecco comparire su un bel pianoro erboso, il Rifugio San Marco (mt 1823), che con il suo tetto rosso ed i balconi azzurri, fa sembrare molto di essere dentro ad una favola.
È metà mattina quindi
una bella e buona merenda ci sta tutta visto quello che ci aspetta dopo.
Fatta una breve pausa ripartiamo, prendendo il
sentiero 226; saliamo molto ripidamente,
praticamente un muro, superando all’inizio un buon tratto di banali roccette,
per poi continuare su comodo sentiero che sale a tornanti fino a farci
scollinare alla quota di mt 2255 di Forcella Grande, punto più alto di questo
giro.
Da qui, iniziamo a
procedere in discesa, dentro ad un paesaggio che sembra essere quasi surreale,
all’inizio è molto dolce e ci permette di ammirare da vicino sulla destra la
Torre dei Sabbioni mentre tutto a sinistra incombe il maestoso Gruppo del
Sorapiss e noi a camminare nel mezzo, lungo l’intera Valle di San Vito.
Arrivati circa a quota
mt 2000, arriviamo ad un incrocio, dove i cartelli riportano le indicazioni per
il bivacco Voltolina sulla destra e per il bivacco Comici sulla sinistra, lo
oltrepassiamo e continuiamo dritto fino ad arrivare sotto il Corno del Doge.
Il sentiero che si
percorre passa tra cascate e ruscelli, e fino ad un certo punto è veramente
bello, zone ancora incontaminate e selvagge, poi ad un certo punto, cambia,
tratti per niente piacevoli, fiumi di acqua lungo il sentiero, una lunga,
ripida ed estenuante discesa, la quale passa vicino alla spettacolare cascata
del Ciadin del Doge e che ci porta al punto in cui si inizia, seppur breve, la
risalita sul versante destro della Valle addentrandoci nel bosco della Riserva
Naturale di Somadida.
Successivamente un
susseguirsi di stretti tornanti in continua discesa, ci portano a sbucare dal
bosco e a trovare i primi cartelli per Palus San Marco.
Terminata la discesa,
quindi, teniamo la destra e finalmente torniamo a camminare su una larga e
comoda strada forestale; poco dopo incrociamo la ciclabile che imbocchiamo fino
alla località Ponte degli Alberi dove sbuchiamo proprio sulla statale.
Proseguiamo adesso sul ciglio della strada fino
a trovare la fermata della corriera che prendiamo letteralmente al volo perché
mentre raggiungevamo la fermata la corriera stava già sopraggiungendo.
Prendendo i mezzi pubblici si evitano altri km
15 che si dovrebbero percorrere seguendo la ciclabile che costeggia il corso
del Fiume Ansiei, per tornare ad Auronzo.
La fermata si trova proprio all’altezza degli
impianti di risalita, quindi non ci resta che scendere ed andare a recuperare
la macchina.
Dislivello: mt 639 in salita, mt
1542 in discesa
Lunghezza del percorso: Km 16,8
Tempo di percorrenza: 7 ore e 25 minuti di
solo cammino senza soste;
Dal Rifugio Galassi al
Rifugio San Marco 1 ora e 40 minuti; dal Rifugio San Marco alla statale 5 ore e
45 minuti
Cartografia: Tabacco 1:25.000,
Foglio 16, Dolomiti del Centro Cadore
Sentiero: 227 - 226
Rifugi sul percorso: 1
Reperibilità acqua: poco dopo il Rifugio San Marco e lungo l’intera
Valle di San Vito
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