RIFUGIO CAMPOGROSSO E PONTE TIBETANO AVIS
7 Novembre 2021
Un’altra escursione da non perdere, fattibile anche nei mesi autunnali (noi ci siamo stati a novembre), per poter ammirare così i bellissimi colori, oppure da segnare per la bella stagione è quella che porta al Rifugio Campogrosso passando per il Ponte Tibetano Avis.
Siamo andati ancora una volta nelle Prealpi Vicentine tra le piccole Dolomiti.
In macchina abbiamo raggiunto il passo Pian delle Fugazze, un valico alpino situato tra le province di Vicenza e Trento e che separa la catena del Sengio Alto dal massiccio del Pasubio.
Proprio in cima al passo, abbiamo lasciato la macchina, nel primo parcheggio a disposizione sulla sinistra (Euro 0,50 all'ora). Ce ne sono anche altri e sono tutti a pagamento.
A
piedi ci siamo incamminati seguendo in principio le indicazioni per
l’Ossario del Pasubio e Ponte Avis.
Camminando
su una strada asfaltata, dove passano anche le macchine, in quanto
passata Malga Cornetto, si possono trovare altri due parcheggi,
arriviamo ad un bivio.
Prima
di proseguire verso destra per il Rifugio Campogrosso, nostra meta
della giornata, facciamo una piccola deviazione verso sinistra per
andare a visitare l’Ossario.
Il
Sacrario militare del Pasubio anche noto come Ossario del Pasubio è
un monumento dedicato ai caduti della prima guerra mondiale. Si trova
sul Colle Bellavista che domina la Val Leogra, proprio sotto il monte
Cornetto, e dal quale si ha una bellissima vista
verso il Monte Pasubio, intravedendo anche il Rifugio Achille Papa e
sulla pianura.
Dopo
la visita, torniamo
al bivio e adesso proseguiamo verso il rifugio.
Il
sentiero è sempre una comoda strada asfaltata, chiusa al traffico,
in questo periodo ricoperta interamente dalle foglie, ed in continua
ma leggera salita.
Camminiamo
in mezzo al bosco, tra alberi ormai spogli, e con l’unico rumore
dato dal calpestio delle foglie.
Ad
un certo punto arriviamo al Ponte Tibetano Avis, grande attrazione
soprattutto per i bambini.
Durante
questa escursione, infatti, era previsto l’attraversamento di
questo ponte tibetano, lungo poco più di mt 100 e posto all’altezza
di mt 30. Una bellissima esperienza per i bambini ai quali sembrerà
di vivere una vera avventura.
Questo
ponte è stato aperto al pubblico nel 2016, ed è stato costruito per
collegare in maniera più rapida il Pian delle Fugazze con il Rifugio
Campogrosso, in sostituzione di un tratto di strada che crollò a
causa di una frana.
Perchè
Ponte Avis?
E'
intitolato così in memoria del tragico evento che, il primo
settembre del 1956, avvenne proprio su quella strada.
In
seguito al maltempo e ad una manovra errata dell'autista, un pulmino
con a bordo 27 persone, precipitò tragicamente nella scarpata.
Quella
caduta provocò la morte di 15 persone, mentre i feriti furono 11 che
vennero trasportati d'urgenza all'ospedale di Schio.
I
medici visto la gravità della situazione, lanciarono immediatamente
un appello alla popolazione per una raccolta di sangue. La
popolazione rispose con molta generosità, ed in ricordo del tragico
evento, i donatori decisero di associarsi costituendo la Sezione
Comunale Avis di Schio.
Attraversato
il ponte si procede sempre in salita, fino ad andare a ricongiungersi
di nuovo con la strada asfaltata.
Questa
strada oltretutto, ossia il tratto percorso fino ad ora, e quello poi
che porta fino al rifugio, è detta la Strada del Re. Questo
appellativo gli è stato attribuito per il fatto che nel 1918 venne
inaugurata dal re Vittorio Emanuele III.
Arrivati
in località Loffa, il sentiero si fa praticamente pianeggiante e
senza fatica, percorrendo l’ultimo tratto anche in discesa,
arriviamo al Rifugio Campogrosso.
Nonostante
fosse una domenica di novembre, c’era talmente tanta gente che non
potete nemmeno immaginare. Noi per questa volta, visto la giornata,
avevamo il nostro pranzo al sacco, ma se volete mangiare lì, vi
consiglio vivamente di prenotare.
Per
tornare, non facciamo la stessa strada di andata, ma prendiamo il
sentiero 170 che parte proprio di fronte al rifugio. Le indicazioni
riportate sul cartello indicano proprio Pian delle Fugazze.
Partiamo
di nuovo in salita, recuperando il piccolo dislivello perso per
arrivare al rifugio, su un sentierino nel bosco, fermandoci ogni
tanto a giocare con le foglie, per poi proseguire in continua
discesa.
Ad
un certo punto usciamo dal bosco e ci troviamo ad attraversare una
vasta zona prativa, trovando un laghetto ed un bivio, dal quale
abbandoniamo il sentiero 170 per prendere il 173 e continuando verso
la Malga Boffetal.
Poco
dopo siamo già alla malga, sita tra distese di prati verdi e con
attorno un panorama incredibile.
I
colori dell’autunno facevano contrasto con le cime delle montagne
ormai già innevate.
Continuiamo
sempre in discesa, su un sentiero nel bosco segnalato solo da qualche
segnavia sugli alberi o su dei paletti, arrivando ad incrociare una
strada asfaltata.
Bisogna
fare molta attenzione ai segnavia, perchè non ce ne sono moltissimi,
e a volte incrociando altri sentieri, ci si può trovare nel dubbio
su dove procedere.
A
quel punto, teniamo la destra e dopo poco arriviamo a Pian delle
Fugazze e alla macchina.
Una
bellissima escursione, che si può fare o come abbiamo fatto noi,
compiendo un giro ad anello, oppure scegliendo di tornare per la
stessa strada di andata.
Non
molto impegnativa, e posso proprio dire, visto quanti ce n’erano
quel giorno, proprio adatta anche per i bambini.
Visto
il grande afflusso di gente e il fatto di dover attraversare il
ponte, io, solo per comodità, perchè il sentiero lo permetterebbe,
consiglierei, se avete bambini piccoli di usare al posto del
passeggino, lo zaino portabimbo.
Dislivello: mt 448
Tempo di percorrenza: 25 minuti per arrivare all'ossario, altri 25 minuti per arrivare al ponte tibetano, 1 ora per arrivare al rifugio, 2 ore per tornare alla macchina
Lunghezza del percorso: km 13,3 tutto il giro
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