Rifugio Giussani e Cima Tofana di Rozes, quando la fatica si trasforma in emozione | Dolomitiebambini - Dolomiti & Bambini

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RIFUGIO GIUSSANI E CIMA TOFANA DI ROZES
Era una mattina come le altre, dove ti alzi, prepari gli zaini ed esci per andare a fare un’escursione….
Anzi no… Non era una mattina come le altre era un giorno speciale, perché non dovevamo andare a fare un qualsiasi rifugio, dovevamo andare a conquistare una cima, quella della Tofana di Rozes.
Le Tofane sono un massiccio montuoso della catena delle Dolomiti orientali, la cui vetta più alta si erge fino a mt 3244.... Ed è lì che noi dovevamo andare!
Ne avevamo parlato il giorno prima, come facciamo sempre, con i nostri bambini, i quali nonostante la difficoltà nel raggiungerla, ne erano comunque entusiasti. Di strada e di allenamento fino a quel giorno ne avevamo fatto tanto… Eravamo pronti per raggiungere un altro nostro sogno.
Prendiamo la macchina, ci dirigiamo verso Cortina e cominciamo a salire il passo Falzarego.
Passato il ristorante la Locanda del Cantoniere e la successiva chiesetta di Vervei troviamo le indicazioni per il Rifugio Dibona, nostro punto di partenza. Svoltiamo quindi a destra e percorrendo la classica stradina di montagna, in parte asfaltata e in parte sterrata, arriviamo al Rifugio Dibona (mt 2083).
Nei pressi del rifugio c’è molto spazio per lasciare le auto, e li, la parcheggiamo.
Prendiamo i nostri zaini, carichi di entusiasmo e anche con un po’ di timore, e partiamo. Prendiamo il sentiero 403 con indicazione per il Rifugio Giussani.
Camminando su sentiero sterrato, arriviamo al Valon de Tofana (mt 2120), dove troviamo un bivio, dal quale continuiamo sulla destra.
Procediamo mantenendo alle nostre spalle il magnifico panorama sulle Cinque Torri, l’Averau, il Nuvolau, ecc..  mentre al nostro fianco, come a volerci fare compagnia e facendosi man mano che proseguiamo sempre più grande e noi sempre più piccolini, la Tofana di Rozes, una delle montagne simbolo di Cortina.
Continuando la salita sul sentiero 403, il panorama davanti a noi, si fa sempre più arido e roccioso e il Vallon di Tofana si restringe gradualmente, facendoci salire a zig-zag al cospetto della Tofana di Rozes da un lato e della Punta Anna, dall’altro. Poco prima di arrivare al rifugio si trovano tracce di postazioni belliche e manufatti costruiti dai militari durante la prima guerra mondiale e i resti dello storico Rifugio Cantore.
Da qui un ultimo piccolo sforzo e arriviamo alla Forcella Fontananegra dove sorge il rifugio Giussani (mt 2600).
Qui facciamo una pausa, giusto per un caffè e per mangiare una cioccolata o qualcosa di veloce, che ci rimetta in forze, prima di intraprendere l’ascesa fino alla vetta.
Riprendiamo il cammino, a testa bassa, un passo dopo l’altro, seguendo la traccia per la via normale, la quale risale lo spigolo nord della Tofana di Rozes.
Troviamo all’inizio dei bollini blu e rossi, quello blu indica la via normale, mentre quello rosso, porta al bivio con la ferrata Lipella.
Superato il bivio con la ferrata Lipella il bollino rosso non ci sarà più. I bollini se all’inizio sono molto presenti man mano che si avanza sono sempre più radi e al loro posto troviamo degli omini. Nonostante questi, seguire la traccia non è per niente facile. C’era gente che andava un po’ dappertutto rischiando di trovarsi in situazioni non molto piacevoli e di causare scivolamento di sassi più a valle, pericolosi per le persone che stavano cercando di salire.
Dal rifugio Giussani quindi attraversiamo prima una zona di massi, e successivamente un sentiero che taglia la parete nord passando su ghiaioni e roccette.
Saliamo poi per delle terrazze con tratti alterni di detriti e roccette dove bisogna fare attenzione agli ometti.
Risaliamo una placca inclinata con l’aiuto di quattro fittoni a forma di ferro di cavallo e poi procediamo su sentiero a serpentina fino a trovare il bivio con l’uscita della ferrata Lipella (mt 3027).
A questo punto ci troviamo a risalire la cresta nord-ovest, e poi su sentiero che procede a  serpentine sul versante detritico ovest, fino ad arrivare alla croce di vetta (mt 3244).
E’ stata dura? Si
Perché quando ormai mancava poco alla fine, ma noi non lo sapevamo, le gambe cominciavano ad essere pesanti e il fiato resisteva sempre meno…
Ma poi eccola lì, la croce, e tutto improvvisamente scompare. Al posto della fatica, tantissime emozioni si mescolano tra di loro e siamo felici…. Felici di avercela fatta!
“Arrivato in cima, la pietra della montagna si mescola con le gambe, le braccia, i polmoni. Con gli occhi e i respiri. Con il coraggio e lo stupore. (Fabrizio Caramagna)”
Ovviamente il panorama che si può vedere da lassù è una cosa indescrivibile, sembra di avere il mondo ai propri piedi. Purtroppo con il vento che c’era, molte nuvole si sono affacciate li in cima, permettendoci di vedere ben poco di quell’immenso panorama. Nei piccoli sprazzi aperti, abbiamo comunque potuto godere di quella meraviglia della natura.
Ci fermiamo un pochino lassù, tra doverose foto, e mangiando un panino al volo, giusto per recuperare un po’ di forze, anche se la stanchezza mescolata all’incredulità di essere in vetta, non ci facevano percepire nemmeno la fame.
Aspettiamo, che il cielo si apra un po’ di più, ma visto che la situazione sembrava rimanere quella, decidiamo di scendere.
Quindi con tutta calma, scendiamo, percorrendo ovviamente la stessa via di andata, e tornando prima al Rifugio Giussani e poi al Rifugio Dibona dove avevamo la macchina.
“Le Montagne sono le uniche stelle che possiamo raggiungere a piedi. (Fabrizio Caramagna)”
E noi oggi ne abbiamo raggiunta una!!
Considerazioni finali: la salita in vetta alla Tofana di Rozes di per sé non presenta difficoltà alpinistiche, ma comunque non è da prendere assolutamente alla leggera. Il percorso si svolge su ghiaioni, spesso mobili, cenge, roccette e su pendenze a volte molto sostenute. In particolare l’ultimo tratto, sul versante ovest, è un po’ esposto ed è quindi doveroso procedere con molta attenzione.
Da fare con passo fermo, assenza di vertigini, avendo buon senso dell’orientamento, quindi se si è preparati a certi tipi di percorsi ed essendo abituati alla fatica visto il dislivello sostenuto. Perché la stanchezza, la quota più il sentiero non proprio semplice possono dare qualche problema.
Come un problema potrebbe essere il meteo che a certe altitudini può cambiare in pochissimi tempo. Non avventurarsi se non si è preparati.
Dislivello: mt 1161
Tempo di percorrenza: 1 ora e 15 minuti per arrivare dal Rifugio Dibona al al Rifugio Giussani; 2 ore per arrivare in vetta;
Lunghezza del percorso: km 11,8 circa tra andata e ritorno
Cartografia: Tabacco 1:25.000, Foglio 03, Cortina d’Ampezzo e Dolomiti Ampezzane
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