RIFUGIO VOLPI AL MULAZ E CIMA MULAZ
23 Settembre 2021
A piccoli passi conquistiamo i nostri sogni!
E con questa escursione
di fine estate ne ho conquistato sicuramente uno: la salita alla cima Mulaz!
Credo che per ogni
appassionato di montagna raggiungere una cima sia una cosa indescrivibile insieme
alla voglia di mettersi in gioco cercando ogni volta una sfida sempre maggiore.
E questa credo sia stata proprio una bella sfida; siete pronti a venire con me
in questa fantastica avventura?
Punto di partenza di
questa escursione è stato il Passo Rolle, un valico alpino posto a quota mt
1.984, che collega le valli del Primiero e di Fiemme; circondato dal gruppo
Dolomitico delle Pale di San Martino, in particolare dal Cimon della Pala (mt
3186) e della Vezzana (mt 3192).
Se si raggiunge il passo arrivando da San Martino di Castrozza la
macchina si può tranquillamente lasciare nel grande parcheggio a disposizione
poco prima di arrivare in cima al passo.
Da qui attraversando la strada si può prendere
subito il sentiero difronte dove si trovano vari cartelli riportanti molte
indicazioni per varie destinazioni come Capanna Cervino, Malga Venegia e
Venegiota, Castellazzo Trekking del Cristo Pensante, e tra queste anche la
nostra prima meta, il Rifugio Mulaz.
Si inizia percorrendo una larga strada
forestale, la quale verrà abbandonata poco dopo per imboccare una scorciatoia
(tutto ben segnalato), la quale fa raggiungere in circa 15 minuti il Rifugio
Capanna Cervino (mt 2082) e dopo altri 20 minuti la Baita Segantini (mt 2170),
meta turistica molto frequentata, e molto fotografata, visto la quantità di foto
che si possono trovare nel web o nelle riviste, della Baita Segantini che si
riflette nel laghetto di fronte con assieme il Cimon della Pala.
La giornata era fantastica, il sole splendeva
alto nel cielo e nonostante fosse una giornata di fine settembre non faceva
nemmeno freddo.
Tutto era perfetto!!
Se non per le foto, non ci fermiamo nemmeno per
una pausa; sapevamo che l’escursione era lunga e dovevamo tener conto anche
della strada da fare in macchina per tornare a casa.
Ci si lascia Baita Segantini alle spalle e si prende il
sentiero 710, una larga stradina bianca che procede ad ampi tornanti ed in
continua discesa, fino ad arrivare nella verdissima Val Venegia.
La discesa non sarà poca cosa, ed oltre a dover poi
recuperare tutto il dislivello, al ritorno si dovrà percorrerla anche in
salita, cosa non molto simpatica da fare a fine giornata quando si ha addosso
tutta la stanchezza del giorno.
Si continua la discesa fino a trovare un bivio,
dal quale si abbandona la carrareccia che si inoltrerebbe ancora di più nella
bellissima Val Venegia e si tiene decisamente la destra seguendo sempre il
sentiero 710 e le indicazioni Rifugio Mulaz, Sent. Quinto Scalet.
Da adesso la pacchia è finita e si comincia a
salire.
Si attraversa, all’inizio con un saliscendi e
poi solo in leggera salita un primo ghiaione, fino ad accostare proprio la
parete della montagna.
Da questo punto il sentiero si fa più ripido
preannunciando una salita che non darà mai tregua fino al punto più alto da
raggiungere: il Passo Mulaz.
Si continua procedendo dapprima con ampi tornanti,
fino a quando diventano sempre più stretti e si prenderà quota molto
velocemente; e più ci si alza più il
panorama si apre davanti agli occhi. In lontananza si può scorgere non solo tutto
il sentiero appena percorso, ma anche, in mezzo a distese verdi, la Baita
Segantini, che adesso sembra proprio piccola piccola.
Che meraviglia!
Si continua sempre su uno stretto sentierino,
trovando in alcuni punti dei tratti con corda, messa più per aiutarsi nella
salita che non per la difficoltà del sentiero.
Intanto si comincia ad aggirare la montagna,
lasciando la vista su quelle distese di montagne verdi e trovando invece un
ambiente più severo fatto di roccia e di detriti.
La salita è veramente dura e non lascia mai un
attimo di respiro, ad un certo punto però, la vista sui pali ed il filo della
teleferica lascia ben sperare di essere quasi arrivati.
Ma non sarà proprio così perché c’è un altro ghiaione da risalire, in
alcuni punti anche abbastanza scivoloso, fino a spostarsi proprio vicinissimo
alla parete della montagna. Quell’ultimo tratto percorso proprio vicino alla
montagna porterà al Passo Mulaz (mt 2619).
Una parte dell’impresa è fatta!
Arrivati li ormai è conquistato
anche il Rifugio Volpi al Mulaz (mt 2571), il quale si può raggiungere con una
breve disgressione in lieve discesa in circa 10 minuti, e del quale si riesce a
vedere solo parte del tetto.
Dopo tre ore di cammino, decidiamo di non
scendere subito al rifugio ma di tentare prima l’attacco alla cima.
Alzato lo sguardo per vedere dove dovevamo
andare e scorta altra gente più in alto l’espressione generale è stata: “Oh
mamma mia”….
Testa bassa e avanti tutta.
Il primo lungo tratto di salita è praticamente
verticale, non è molto segnato, quindi si procede un po’ a caso, e dove
bisognerà tenere comunque più verso sinistra, salendo dove si vede un colore della
terra più rossiccio e prestando sempre attenzione all’instabilità del fondo.
Attenzione quando si arriva al punto, dove
dall’altra parte c’è letteralmente il vuoto; da lì bisogna tenere invece tutto
a destra. Abbiamo avuto un po’ di esitazione anche noi, ma se si guarda bene in
lontananza si possono vedere degli omini di pietra e un tondo rosso su roccia.
Si aggira quasi in piano la parte sommitale del
Mulaz, guidati da omini di pietra, dove il sentiero in alcuni tratti è molto
esposto e dove bisogna stare attenti ad un breve salto che richiede particolare
attenzione.
Superata la cengia, ci
si trova a salire, sempre circondati da un ambiente severo, l’ultimo balzo
roccioso, dal quale si comincia a vedere la punta della croce di vetta.
Ormai si è quasi arrivati; anche cima Mulaz (mt
2906) è conquistata.
Appena si arriva non si
può fare a meno di suonare la campana, sembra quasi un segno liberatorio per
avercela fatta; da lassù poi il panorama è veramente immenso, la vista, grazie
all’altitudine, può spaziare ovunque a 360 gradi; la sensazione è quella di
avere il mondo ai propri piedi.
La fatica era
scomparsa? Forse solo in parte, ma la felicità di essere lì superava ogni cosa.
Cominciamo la discesa, questa volta un po’ più
sicuri su dove dovevamo andare ed in circa 40 minuti arriviamo al Rifugio Volpi
al Mulaz.
Credo che adesso una meritata pausa ci stia proprio
tutta. Mangiamo giusto qualcosa, senza fame a dir la verità, perché dopo tutta
quella fatica mi si era chiuso anche lo stomaco.
Ma qualcosa era meglio mangiare, accompagnato da
una fresca e meritata birretta.
Di strada ne avevamo ancora tanta da fare!
Ripercorrendo lo stesso sentiero di andata, e
facendo una discesa massacrante, tanto quanto la salita, torniamo al bivio, del
quale vi parlavo primo e dal quale tenendo la sinistra bisognerà ripercorrere
il sentiero questa volta in salita per arrivare alla Baita Segantini.
Erano le 17, non essendo più estate, si vedeva
già il cambio di luce, ma ormai non ci restava che l’ultima mezz’oretta in
discesa per tornare alla macchina.
Questa escursione non è stata fatta con i
bambini, sicuramente li porteremo quando avremo dei tempi a disposizione più
lunghi.
È stata molto lunga e veramente molto faticosa,
con un dislivello molto impegnativo e soprattutto per salita alla vetta bisogna
non soffrire di vertigini e avere passo fermo e sicuro.
Dislivello: mt 1470
Lunghezza del percorso:
Km 20 tra andata e ritorno;
Tempo di percorrenza: 3
ore per arrivare al Passo Mulaz; 50 minuti per la cima Mulaz; 45 minuti per
arrivare al Rifugio Mulaz, 3 ore per tornare alla macchina;
Cartografia: Tabacco
1:25.000, Foglio 022, Pale di San Martino
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