RISTORO BELVEDERE E CIMA FERTAZZA
30 Dicembre 2023
Eravamo stati d’estate e siamo tornati d’inverno.
La prima volta, prima del nostro arrivo, c’era stato un periodo di copiose nevicate, che avevano dato al paesaggio quel tocco di pura magia. Un bosco che sembrava incontaminato, tutto intorno solo un grande silenzio, come se la natura fosse andata a dormire. Alti alberi, talmente carichi di neve, che quasi quasi scomparivano, sotto la coltre bianca, o che piegandosi dal peso, sembrava facessero un inchino a coloro che passeggiavano in mezzo a loro. Talmente sapeva da favola, l’ambiente che ci circondava, che mi sarebbe venuto da cominciare questo racconto con la solita frase che si legge nei libri: “C’era una volta”…….
La seconda volta invece, più che inverno sembrava autunno inoltrato, la neve era veramente poca, tanto da camminare a tratti proprio sul terreno e al suo posto tanto ghiaccio; ed è quella che vi sto andando a descrivere.
Siamo partiti da Pescul a Selva di Cadore, esattamente da dove partono gli impianti di risalita e dove c’è a disposizione un grande parcheggio, non a pagamento dove poter lasciare la macchina.
Proprio da lì parte il sentiero 569, lo stesso che avevamo percorso in estate; in corrispondenza dei cartelli si trova anche un cartello che indica l'obbligo dei ramponcini per raggiungere sia il Ristoro Fertazza che il Ristoro Belvedere.
Il sentiero è una larga e comoda forestale, che si percorre sempre in mezzo al bosco, in costante salita; quando siamo stati noi il fondo si presentava almeno per la maggior parte del percorso, senza neve, ma con molto ghiaccio.
Ad un certo punto abbiamo dovuto fare anche una deviazione, in quanto il sentiero 569 era chiuso per dei lavori, seguendo comunque le chiare indicazioni, tenendo la sinistra abbiamo iniziato a percorrere un'altra forestale, la quale presenta delle salite veramente molto erte, rispetto all'altra.
Una volta arrivati in località Al Bait (mt 1707) si riprende il sentiero 569 e continuando dolcemente salire si arriva fino alla località La Locia, dalla quale andando a destra si raggiungerebbe in brevissimo tempo il Ristoro Fertazza, mentre noi teniamo la destra seguendo le indicazioni per Cima Fertazza e Ristoro Belvedere.
Il sentiero continua a restare una comoda e larga forestale sempre in continua salita fino ad arrivare ad un altro bivio, dal quale bisogna abbandonare la strada e continuare verso sinistra su un sentierino nel bosco.
Questa è la parte proprio più dura di tutto il tracciato, in quanto la salita tira veramente tanto senza lasciare mai un attimo di respiro.
Una volta usciti dal bosco si arriva ad incrociare le piste da sci; ormai il più è fatto.
Seguendo sempre una traccia ben evidente, senza quindi andare ad intralciare le piste, si affronta l'ultimo tratto in salita che porta proprio in cima al Monte Fertazza (mt 2080), dal quale si apre un panorama a 360 gradi.
Una brevissima discesa e sì arriva al Rifugio Belvederre (mt 2080).
Il nome dovrebbe farvi capire perché si chiama così. Da lassù c’è un panorama stupendo. Il rifugio domina la valle circondato dai massicci più belli delle Dolomiti, si possono ammirare il Pelmo, il Civetta, la Marmolada e se si abbassa lo sguardo invece si può scorgere il Lago di Alleghe in fondo alla valle.
La voglia di restare li ad ammirare il panorama era veramente tanta, ma vista l’ora che si era fatta, soprattutto per i bambini, la voglia di mangiare un buon piatto caldo ha preso il sopravvento.
Visto il periodo in cui siamo andati c'era moltissima gente ma fortunatamente non abbiamo dovuto aspettare molto per trovare un tavolo per mangiare e devo dire che, come al solito, abbiamo trovato tutto veramente squisito.
Si sa, che le giornate in inverno, sono più corte, il sole cala velocemente e viene scuro prima, quindi era meglio cominciare a rientrare.
Per il ritorno abbiamo ripercorso lo stesso sentiero di andata, mentre la luce del sole calava, e illuminava le montagne con una luce ancora più magica regalandoci panorami da cartolina.
Un’escursione sicuramente da segnare in agenda, da fare con bambini abituati a camminare e soprattutto alla fatica perché lunghetto e con un dislivello abbastanza impegnativo considerando che si cammina sulla neve, che di per se è già più faticoso.
A meno che non si decida di prendere gli impianti di risalita e allora il gioco è fatto e in poco tempo sarete già alla vostra meta.
Dislivello: mt 660
Tempo di percorrenza: 2 ore e 45 minuti per arrivare in cima al Monte Fertazza; 5 minuti per raggiungere il rifugio;
Lunghezza del percorso: km 6 circa sola andata
Escursione Invernale: informarsi circa l’evoluzione del manto nevoso nell’ultimo periodo in modo da prepararsi con la giusta attrezzatura; consultare i Bollettini Valanghe emessi dagli organi preposti.
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