SECEDA
Quando si va in Val Gardena questa escursione
non può di sicuro mancare: in cima al SECEDA.
Sarà la particolare forma della montagna, che
comunque vista da solo un’angolazione la rende veramente unica, sarà per la
bellezza del panorama tutt’attorno che spazia dal Gruppo del Sella al
Sassolungo, al gruppo delle Odle, sarà perché se si abbassa la vista un po’ più
in basso, si vedono distese di verdi prati, con un incrocio di stradine
incredibile che portano ai vari rifugi, il tutto rende l’escursione appagante e
semplicemente meravigliosa.
Se almeno un po’ vi ho incuriosito allora
continuate a leggere che vi dico come arrivarci!
Partiamo da Santa Cristina, dirigendoci in
macchina verso la partenza della cabinovia Col Raiser. Al parcheggio, a
pagamento, (euro 5 per la mezza giornata o euro 10 tutto il giorno), dell’impianto
di risalita, lasciamo la macchina.
Prendiamo la cabinovia, prezzi euro 16 per gli
adulti solo andata ed euro 11 Junior (6-13 anni) solo andata, per altri prezzi
o informazioni riguardanti la cabinovia cliccate QUI.
Ci alziamo così in quota a
circa mt 2100 dove troviamo il Rifugio Col Raiser e un panorama da favola.
Essere arrivati qua, già basta per sentirsi veramente in paradiso.
Da qui prendiamo il sentiero, che parte da
subito dietro il rifugio. Una strada sterrata in leggerissima discesa che ci porta
ad un crocevia con vicino un grande cartello riportante l’elenco di tutti i
rifugi o baite presenti in zona, il tempo di percorrenza e se aperto o chiuso.
Seguiamo il sentiero 4, continuando sempre in
discesa, fino a trovare in prossimità di una panchina un altro bivio.
Continuando su sentiero 4A, seguiamo i cartelli che indicano “Seceda con il
simbolo della funivia e “alle baite”. Adesso si cammina in leggerissima salita,
senza fatica, se non fosse per la giornata particolarmente calda.
Troviamo così un’altro bivio, con una miriade
di cartelli, a noi ne interessa solo uno, quello che ci porterà come prima
tappa alla Baita Troier.
Seguiamo quindi il sentiero 1, la salita
comincia ad aumentare ma sempre senza essere troppo pesante.
Lungo il sentiero, passiamo affianco anche ad
un laghetto il Lech da Iman e poco dopo siamo arrivati al rifugio (mt 2250).
Anche se forse non servirebbe, una piccola
pausa è d’obbligo, il posto lo merita proprio, sia per il meraviglioso panorama
verso il gruppo del Sella e verso il Sassolungo, sia perché per i bambini ci
sono dei giochi ed un recinto con degli animali.
La giornata è bellissima, chi vorrebbe più
andare via?
Ma è ora di proseguire, e continuiamo sul
sentiero 1, cominciano a risalire il pendio della montagna, quindi la salita
sta cominciando a diventare più impegnativa e questo fino al successivo
crocevia, dove non seguiamo le indicazioni “Seceda con il simbolo della funivia”
ma prendiamo il sentiero 6, che con un irta salita, porta in Forcella De Pana.
Alla nostra destra si comincia già ad
intravedere la meta, mentre alla nostra sinistra si apre uno straordinario
paesaggio, se si alza lo sguardo la vista abbraccia le nostre meravigliose
montagne, se si abbassa, distese di prati verdi, una miriade di casette in
legno e qualche laghetto in qua e in la, catturano i nostri pensieri.
La salita è irta ma per fortuna non lunghissima
e appena arriviamo in forcella subito veniamo ripagati dalla bellezza della montagna. Non ci
resta che proseguire per un bel pezzettino su sentiero a mezzacosta, fare
ancora un ultimo sforzo e arriviamo così in cima al Seceda (mt 2500).
E da lì si apre una visione incredibile. La
vera foto da cartolina. Foto da ogni angolazione sono d’obbligo, come d’obbligo
è anche una pausa ristoratrice. Visto la quantità di spazio disponibile,
stendiamo la nostra coperta e ci concediamo un tranquillo pic-nic, con vista……
Per chi non vuole fare fatica da Ortisei parte proprio
la funivia che porta direttamente in cima al Seceda.
E’ ora di rientrare, ma non lo
facciamo andando a riprendere la cabinovia, ma bensì a piedi.
Cominciamo a scendere, tra verdi prati,
colorati solo da distese di bucaneve, segno che anche gli ultimi residui
dell’inverno se ne sta andando lasciando spazio finalmente allo sbocciare della
natura, e seguiamo le indicazioni per Baita Sofie.
Qui, devo dire la verità, facciamo un’altra
pausa, per un caffè e una buonissima fetta di strudel, chissà perché i dolci in
montagna sono sempre più buoni.
Riprendiamo poi la nostra discesa, sempre su
largo sentiero sterrato, seguendo prima per Rifugio Fermeda e al successivo
bivio per Baita Cuca, passandoci accanto.
Avendo più tempo ci saremo fermati anche lì,
perché sembrava proprio il paradiso per i bambini. Diciamo che tutte le baite
in quella zona sono attrezzate con giochi per i bambini, ma in quella ce
n’erano veramente tanti.
Seguendo il sentiero 1A con indicazioni per S.
Cristina, passiamo prima per Baita Gamsblut e successivamente dovevamo passare
per la Baita Sangon. Invece la saltiamo, perché, seguendo sempre il sentiero
1A, ad un certo punto ci siamo trovati con un segnale di “Alt” davanti a noi,
su sentiero che passava sotto la cabinovia, mentre sulla traccia che portava
leggermente verso sinistra una recinzione senza un cancello per poter passare.
Decidiamo quindi, nonostante il cartello, di
seguire il sentiero che passa sotto la cabinovia, e proseguendo su quello, per
un bel pezzettino, ci ritroviamo finalmente al parcheggio.
Un’escursione un po’ impegnativa ma sicuramente
molto appagante, dove la fatica passa in secondo piano. L’unico tratto
impegnativo come salita è quello dalla Baita Troier fino alla cima del Seceda e
la discesa poi non è da sottovalutare perché lunga.
Dislivello: mt 400 in salita e mt 917 in discesa
Tempo di percorrenza: 1 ora e 30 minuti per arrivare in cima al Seceda, 2 orette buone per scendere
Lunghezza del percorso: km 9,5 tutto il giro
Cartografia: Tabacco 1:25.000, Foglio 05, Val Gardena - Alpe di Siusi
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